giovedì 23 luglio 2009

Baby docenti al Da Schio Gli studenti fanno lezione





SCUOLA. L'istituto vicentino ha deciso di affidare agli alunni più bravi alcuni corsi di recupero estivi a fine agosto
Dovranno seguire i ragazzi con una sola materia di debito L'idea nata per unire esigenze economiche e formazione

  • 12/07/2009

Fino a poche settimane fa erano vicini di banco e durante i compiti in classe si scambiavano i bigliettini, cercando di non farsi notare dai professori. Ora, però, questo gesto alcuni studenti del Da Schio dovranno dimenticarlo, almeno per questa estate. Sì, perché i prossimi insegnanti saranno proprio i loro amici studenti, che negli ultimi giorni di agosto avranno il compito di preparare i colleghi per gli esami di recupero.
Si chiama "Peer education" - educazione alla pari - ed è la nuova iniziativa promossa dall'istituto Almerico Da Schio. La scuola vicentina, infatti, ha deciso di "promuovere" i quindici alunni più bravi dell'istituto incaricandoli di tenere i corsi di recupero ai ragazzi che hanno terminato l'anno con una sola insufficienza, non grave.
«L'idea - spiega il preside Enrico Delle Femmine - è nata per valorizzare gli studenti più bravi, e inoltre per coniugare l'esigenze economiche. Al momento, infatti, con i fondi copriamo le spese per i corsi di recupero degli alunni con maggiori difficoltà, ma non per tutti gli altri. Così, abbiamo deciso di affidare agli studenti con i voti migliori i corsi di recupero dei compagni con una sola materia di debito».
Le caratteristiche dei docenti novelli? Conoscenza della materia, voglia di rapportarsi col prossimo e soprattutto spigliatezza. «Certo - afferma la professoressa Paola Bortolan, coordinatrice del progetto "peer education" - non possiamo affidare la cattedra a ragazzi "so tutto io" e che non siano propensi a mettersi a disposizione degli altri. Abbiamo cercato di selezionare alunni in gamba».
I quindici secchioni, provenienti dalle classi seconda, terza e quarta, si divideranno in tre gruppi, in base agli insegnamenti che andranno ad affrontare. Si terranno, infatti, lezioni di matematica, economia aziendale e lingue straniere. «Ogni ragazzo seguirà al massimo tre alunni - continua Bortolan - e i corsi si terranno negli ultimi 10 giorni di agosto, in prossimità degli esami di recupero».
Gli alunni dei giovani professori, come detto, saranno coloro che hanno terminato l'anno con una sola insufficienza, non grave, e che quindi non si trovano in condizioni disperate. «I corsi di recupero della "peer education" - dichiara Delle Femmine - sono destinati ai ragazzi ai quali il consiglio di classe ha indicato di fare uno studio individuale. La scuola, infatti, per problemi di fondi non poteva inserirli all'interno dei corsi di recupero tradizionali, e quindi precedentemente aveva consigliato loro di studiare per conto proprio».
A coordinare gli insegnamenti tra colleghi di banco ci saranno tre professori tutor, che prima dell'inizio delle lezioni spiegheranno ai quindici junior come insegnare le materie e come rapportarsi con gli allievi. «Non saranno lasciati da soli - afferma il preside Enrico Delle Femmine -. Crediamo sia fondamentale ricevere le giuste direttive da chi l'insegnante lo fa di mestiere».
Gli sforzi dei giovani professori-studenti non saranno invani. A loro, infatti, saranno destinati alcuni premi. «Grazie alla collaborazione col comitato genitori - conclude il preside - gli studenti avranno in regalo il libro di testo, nuovo, sulla disciplina che hanno insegnato; possono avere alcuni crediti, e infine saranno premiati con una borsa di studio di circa 50 euro. Vogliamo che i ragazzi sentano la scuola come qualcosa di loro, e che entrino nelle dinamiche dell'istituto».

Nicola Negrin

sabato 20 giugno 2009

GLI STUDENTI RISPONDONO COSI'

Gli studenti: "Un passo importante" "Noi abbiamo proposto questa sperimentazione anche in altre città e siamo contenti che la provincia di Roma abbia fatto questo passo. Ora la nostra campagna mira a rendere gratuiti i preservativi nella fascia di età dai 16 ai 30 anni". Esulta il coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti (Uds) Tito Russo: "Tutti i governi che si sono succeduti in questi anni sono stati un pò restii a facilitare l’accesso a pratiche contraccettive, sia perché un po' sotto le ingerenze del Vaticano sia per questioni di lobby economiche - ha spiegato Russo - Oggi è stato fatto un passo importante, ma i distributori da soli però non risolvono il problema, accanto a loro serve una cultura della sessualità consapevole. Anche per questo - ha concluso - stiamo proponendo di dedicare dal 30 al 50% della programmazione dei corsi pomeridiani a tematiche legate alle giovani generazioni come l’omosessualità, sostanze psicoattive, e sessualità".

Condom nelle scuole a Roma

Nei licei e negli istituti superiori della capitale e Provincia arriveranno i distributori di preservativi. Per combattere l'Aids e le malattie a trasmissione sessuale.

Metodo giusto o solita iniziativa folcloristica?
dì la tua...

Distributori di preservativi negli istituti superiori e nelle università di Roma e provincia. Ecco la grande novità prevista per il prossimo anno scolastico. Sulla falsariga del modello inglese che prevede addirittura condom gratis per i giovani inglesi sessulamente attivi, ora anche gli adolescenti della capitale e dintorni potranno procurarsi un condom senza troppe difficoltà. L'iniziativa fa parte della campagna "Consapevolezza e libertà", il programma di sostegno all'insegnamento dell'educazione sessuale negli istituti superiori" promosso da Sinistra e Libertà, Giovani Democratici, associazione Luca Coscioni, Rosa Arcobaleno e Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli. Il Consiglio provinciale della capitale ha infatti approvato oggi una mozione che impegna il presidente Nicola Zingaretti ad aderire alla campagna."Giusta, coraggiosa e lungimirante la scelta del Consiglio di far aderire la Provincia di Roma alla campagna Consapevolezza e libertà - si può leggere in una nota dell'assessore alle Politiche culturali Cecilia D'Elia. E' importante "che un'istituzione pubblica come la Provincia di Roma si faccia carico di intervenire concretamente per contrastare la diffusione del virus Hiv". E prosegue dicendo che "soprattutto tra le giovani generazioni, stiamo assistendo ad un allarmante e pericolosissimo abbassamento di attenzione nei confronti dell'Aids. Si è diffusa l'erronea percezione che il virus non sia più un problema e che l'Aids sia curabile". In realtà si sta verificando esattamente il fenomeno contrario e in Italia le nuove infezioni sono in aumento. Non c'è dubbio che l'iniziativa dei distributori di preservativi nelle scuole sia un piccolo passo nella direzione giusta, un'iniziativa lodevole quanto si vuole ma bisognerà vedere se la presenza dei distributori di condom nei luoghi dove vivono i giovani produrrà risultati concreti nella lotta alle malattie. Immediata la reazione del Vaticano con un intervento del cardinale Agostino Vallini che ha definito l'introduzione dei condom nelle scuole come un tentativo di "banalizzare nuovamente i temi dell'affettività, della sessualità e dell'educazione giovanile, proprio in un tempo in cui è al centro dell'attenzione di tutti la questione dell'emergenza educativa".
In realtà, per combattere seriamente l'Aids e le malattie a trsmissione sessuale sarebbe necessaria una campagna su scala nazionale, con tanto di battage pubblicitario e interventi nelle scuole, in televisione, non alle due di notte ma in prima serata. E soprattutto avere un approccio realistico e non ideologico al problema.

A quando dunque la Condom Card?

martedì 9 giugno 2009

Ai ragazzi non manca l’educazione civica ma un interesse per la propria esistenza


Per molti giovani ormai le notti del sabato si riducono a un’occasione per anestetizzare la noia e il vuoto con musica, droga e alcool. È l’emergenza di cui si parla tanto, e non bastano i corsi sull’affettività per farvi fronte

Le cronache informano che in una sola notte di un fine settimana a Roma sono state elevate contravvenzioni per 4 mila euro, quasi tutte per guida in stato di ubriachezza mista a droga, e sono state ritirate una quarantina di patenti. Dall’inizio dell’anno le forze dell’ordine hanno sequestrato nella capitale oltre 200 patenti per lo stesso motivo. Lo stato dei soggetti era a livelli incredibili: caso limite quello di un giovane sotto effetto di alcool ed eroina che ha investito un’auto dei carabinieri mandandone due all’ospedale. Si parla di molte emergenze ma questa sta diventando una delle più drammatiche e sconvolgenti. Dunque, le notti del sabato per una fetta importante dei giovani si riducono a questo: ballare fino all’alba assordati da musica ad altissimo volume, imbottirsi di alcool e spesso anche di droga e concludere la festa col buttare la propria vita nella strada come posta di una tragica roulette russa. Non si tratta soltanto di un problema di salute né soltanto di vita o di morte, ma è persino peggio: quel che esprime un simile comportamento è la necessità di anestetizzare una noia infinita, un’assenza sconfinata di interesse per qualsiasi cosa, di anestetizzarle col fracasso, con l’agitazione psicomotoria, l’alcool e la droga. Chi si comporta così è dominato dal terrore di guardare quel che ha dentro, e cioè assolutamente niente, e di dover far fronte alla disperazione che genera la coscienza del vuoto. Come è possibile non considerare una terribile emergenza che tanti giovani si sentano così?Poiché il problema è questo la soluzione non è certamente solo tecnica. Imporre alle discoteche e ai locali notturni regole severe sullo spaccio degli alcolici, un controllo sulla diffusione delle droghe, al limite riduzioni di orari: tutto questo è necessario e nessuna autorità pubblica potrebbe esimersi dal farlo senza venir meno ai suoi doveri. Ma nessuno può illudersi che basti. Si troveranno altre scappatoie e nasceranno altri problemi, come quelli delle bande che riempiono il loro vuoto passeggiando e provocando anche con i coltelli. Il problema è evidentemente l’emergenza educativa di cui si parla tanto e per la quale non si fa niente. Né basterà propinare corsi di educazione civica, o peggio quella emerita buffonata detta “educazione all’affettività”. È ironico che siano proprio coloro che si scagliano contro i metodi e i princìpi “d’altri tempi” a proporre soluzioni in quel classico stile predicatorio che fa presa sui giovani come l’acqua sul vetro. Famiglia e scuola sono le chiavi della soluzione. E cosa può fare la scuola per trasmettere valori che non lascino la possibilità che si crei quel vuoto di cui si diceva, visto che è sbagliato e dannoso che la scuola propini un’etica di Stato non si sa come e da chi confezionata? Trasmettere interesse. E quel che più di ogni altra cosa stimola l’interesse è la conoscenza, la passione di conoscere. Non è una ricetta magica, anzi è una via tortuosa e faticosa ma che, se percorsa, dà un risultato sicuro. Per apprezzare quanto riempia di valori interiori il conoscere – apprendere a conoscere il mondo che ci circonda, la nostra storia, lo spazio in cui viviamo, e poi esplorare se stessi, gli altri, e apprendere a dominare delle attività scoprendo quali risorse offra questo dominio, che sia quello di far musica o dipingere o scrivere – occorre vincere la fatica che questo comporta. È l’ostacolo oltre il quale c’è un grande premio. Una scuola basata sul principio che non bisogna stancarsi mai e tutto deve essere facile come il gioco più banale, crea un esercito di disperati. di Giorgio Israel

venerdì 29 maggio 2009

FRANCIA: SCUOLE VIOLENTE; SARKOZY, PERQUISIRE CARTELLE


Si avvicinano le elezioni e Nicolas Sarkozy torna il Super-Sarko' dei tempi in cui voleva ripulire la banlieue dai teppisti con il ''karcher'', il compressore in uso ai netturbini. Nel mirino del presidente della repubblica, scuole e - di nuovo - periferie: insegnanti a perquisire le cartelle dei ragazzini, unita' mobili e ''nemmeno piu' una tromba di scale abbandonata ai delinquenti''. A dieci giorni dalle elezioni, l'ondata di reazioni al discorso pronunciato oggi dal capo dell'Eliseo sul nuovo arsenale di leggi antiviolenza e' stata enorme. Soprattutto perche' Sarkozy ha parlato soprattutto di blindare le scuole, di controllare gli studenti e tutto quel che hanno in tasca, dando il potere di perquisire a insegnanti e personale di assistenza. ''Le scuole devono diventare santuari al riparo da ogni forma di violenza'' ha tuonato Sarkozy dando il via libera alle proposte del ministro dell'Istruzione, Xavier Darcos, che da qualche giorno aveva lanciato l'idea di metal detector e perquisizioni all'ingresso degli istituti. ''Questi non conoscono la scuola, ne' gli studenti - ha ironizzato il Verde Daniel Cohn-Bendit in tv - se suona l'allarme del metal detector diventa una nuova sfida, un divertimento. Vogliamo vedere a che ora si riesce a cominciare a entrare in classe con questi sistemi?''. Ma Sarkozy, che ai provvedimenti di polizia estremamente decisi aveva fatto il callo durante la permanenza a capo del ministero degli Interni, prima di essere eletto all'Eliseo, non si e' fermato qui: gli insegnanti dovranno essere ''autorizzati'' a perquisire le cartelle, e un apposito decreto dovrebbe scattare entro un mese per consentire, alla ripresa dell'anno scolastico, piena operativita' delle nuove norme. Dovra' essere portato a termine uno studio particolare su 184 istituti individuati come i piu' ''caldi'' di Francia e i provveditori dovranno avere a disposizione ''unita' mobili'' di agenti da spedire nelle scuole. Agli ingressi o anche nei dintorni. Il discorso di Sarkozy e' partito dalle recenti ondate di violenze negli istituti di Francia, soprattutto accoltellamenti e aggressioni da parte di ragazzi nei confronti degli insegnanti. Non sono mancate risse, regolamenti di conti, rapine e racket: ''i reati sono aumentati del 4% a marzo - ha ammesso Sarkozy - e di oltre il 2% in aprile. E a maggio ci aspettiamo cifre indubbiamente difficili''. La rotta e' quindi segnata: ''basta con il buonismo'', basta ''con la dittatura dei buoni sentimenti'', avanti tutta ''senza remore e concessioni'' per lottare contro ''bande e violenze urbane, traffici di droga e di armi''. Le banlieue sono piu' che mai nel mirino, ''dobbiamo riconquistare'' i quartieri caduti in mano ai delinquenti - ha detto - ''funzionari specializzati avranno il compito di individuare tutti i segnali esterni di improvvise ricchezze e colpire i malviventi nel portafogli''. Video-sorveglianza, prevenzione e tutto quanto ''troppo lasciato andare in questi ultimi anni'', ha aggiunto il presidente. Con qualche particolare crudo che mirava a colpire l'immaginario dei francesi: ''nemmeno piu' una strada, una cantina, una tromba delle scale, deve rimanere abbandonata ai teppisti''. Oggi Sarkozy ha ricevuto il plauso della ministra italiana Mariastella Gelmini: ''Credo che Sarkozy non abbia assunto queste misure a cuor leggero, penso che se le ha assunte ha visto che si sono rese necessarie''. La linea dura del presidente francese, ha infatti trovato d'accordo il ministro . ''Constato a malincuore questo aumento della violenza nelle scuole, ma e' chiaro che la scuola non puo' diventare una zona franca e non puo' essere un luogo dove la violenza e' ammessa. Quindi, se si verificano casi gravi, come in quello della Francia, penso che Sarkozy abbia fatto bene a prendere le misure conseguenti'', ha osservato il ministro. ''In Italia - ha aggiunto - non abbiamo una situazione cosi' pesante, di cosi' forte violenza. Stiamo pero' combattendo il bullismo e situazioni in cui si verificano alcune conflittualita' all'interno della scuola, ma la situazione e' molto piu' tranquilla''.

mercoledì 27 maggio 2009

Accoglienza degli adolescenti, seminario al Tribunale per i minorenni


L'accoglienza di adolescenti è stato il tema del sesto seminario di studi giuridico-sociali, alla presenza di 145 partecipanti ...nel Tribunale per i Minorenni di Catanzaro su iniziativa del Tribunale stesso, del Centro Giustizia Minorile Calabria e Basilicata e dell'Associazione Nazionale Pedagogisti Italiani (ANPE). ...La relazione principale è stata tenuta da Alessandro Padovani, direttore dell'Istituto ''Don Calabria' - Comunità S. Benedetto - di Verona, nonché componente privato della Sezione Minori della Corte d'Appello di Venezia. Padovani ha esortato ad una lucida analisi di ciò che funziona e di ciò che non funziona con gli adolescenti. Interventi integrati, precoci e tempestivi, i cui ingredienti minimi sono l'attenzione, la comunicazione e il coinvolgimento dei genitori, devono essere effettuati in una logica pedagogica educativa non con interventi funzionali ai professionisti, discontinui e non coordinati, controproducenti in quanto acuiscono le sofferenze psicologiche dei minori e bloccano le loro capacità decisionali. Il fatto che 95 adolescenti su 100 rimangono nei circuiti di assistenza è significativo del precariato di molti adulti rispetto agli adolescenti e della crisi di credibilità a cui gli adulti vanno incontro se con la loro disattenzione e con i loro interventi superficiali e non coesi favoriscono la persistenza o la ripetizione dei fenomeni negativi che vorrebbero arginare. Un atteggiamento di responsabilità porta a rifiutare gli interventi protettivi in stile maternage camuffati da interventi educativi e ad esigere la capacità di valutare gli effetti degli interventi progettati, considerando il contesto sociale e familiare degli adolescenti e non perdendo di vista il loro riscatto dai processi di esclusione. Rosa Fiore, responsabile del settore prevenzione del Centro Calabrese di Solidarietà e del Centro polivalente per i giovani del Comune di Catanzaro, sito in via Fontana Vecchia, dove si alternano 70-80 utenti al giorno, tra cui disabili, rom ed extracomunitari e altri 4 educatori con lo stile della peer education, ha rimarcato come i giovani vengono alla ribalta solo per alcuni episodi di vandalismo (es. creolina nelle scuole, scritte sui muri) ma in effetti sono piuttosto trascurati e anche addormentati. Gli adolescenti, categoria inventata dal nostro sistema economico, sono in effetti degli adulti marginali, privi di spazi sociali e lavorativi; ma è anche vero che, se affiancati da adulti capaci di ascoltarli e di coinvolgerli in progetti da realizzare insieme, i giovani si dimostrano capaci di costruire e di esercitare in modo positivo la loro libertà. Nelle conclusioni il giudice Carlo Caruso ha criticato l'atteggiamento dottrinale assunto da diversi presunti educatori, falsi maestri che assumono il tema della legalità (minimo etico) come argomento da palcoscenico su cui si esibiscono distribuendo a piene mani precetti e divieti ma non sono capaci di ascoltare gli altri e forse neanche se stessi né di superare le illusioni e gli schemi ideologici. Il rapporto educativo con gli adolescenti richiede grande sensibilità e capacità di ascolto e di accoglienza per ogni persona, nel rispetto della sua dignità, pegno di credibilità, di autorevolezza e di sicura efficacia dei pur doverosi interventi di correzione.La conclusione dei seminari giuridico-sociali è prevista per giovedì 18 giugno a livello regionale a Catanzaro alla presenza di Maria Luisa De Natale, pro-rettore della Università Cattolica di Milano, unitamente alle autorità e ai responsabili dell'intero percorso formativo realizzato durante l'anno.

"Il bambino di cioccolato" di Roberto Grande



Dieci storie di bambini e adolescenti nella narrazione del loro psicoterapeuta. I I fatti di cronaca hanno sempre più spesso per protagonisti bambini e adolescenti; e non solo nelle vesti di vittime, ma anche di carnefici. Il disagio, la sofferenza possono tradursi in mutismo ed estraneazione come in violenza e bullismo, oppure - sotto forme meno eclatanti - in uno scarso rendimento scolastico o un generale atteggiamento di sfida nei confronti dei genitori. Allarmati, questi ultimi e sovente le scuole chiedono l’intervento degli psicoterapeuti.Roberto Grande è uno di questi. Le storie che narra in questo libro sono i casi esemplari di cinque bambini e cinque adolescenti. In primo piano ci sono loro, e con loro la voce del terapeuta, dei suoi dubbi, delle sue ansie, della sua rabbia di fronte a ciò che sta attorno a questi bambini e adolescenti: un mondo di fretta, di soldi, di consumi, di parole mal dette o mai dette, di emozioni soffocate, di paure. Di genitori distratti che, per un figlio "malfunzionante", chiedono solo una rapida riparazione. Di un mondo adulto solo in apparenza, al quale bisogna chiedere di crescere per i suoi figli, insieme a loro, affinché diventi un mondo migliore di questo. Ponte alle Grazie, euro 15, pagine 224

lunedì 25 maggio 2009

Gravidanze precoci in Inghilterra


E' un tema particolarmente trattato in questi ultimi mesi che ha scosso notevolmente la comunità dei genitori, degli educatori e delle istiuzioni italiane, un esempio di "avanguardia sociale" non di certo invidiabile...
Questo è uno dei siti inglesi in cui i giovani possono trarre informazioni utili su come prevenire gravidanze precoci ed a quali strutture rivolgersi in caso di necessità:
tratto da un articolo del sito italiano http://www.icn-news.com/?do=news&id=6666